La meditazione ebraica by Aryeh Kaplan

La meditazione ebraica by Aryeh Kaplan

autore:Aryeh Kaplan [Kaplan, Aryeh]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religione e spiritualità
pubblicato: 2016-11-24T00:00:00+00:00


Il nulla

Abbiamo già parlato brevemente della meditazione sul nulla. Si tratta di una forma di meditazione molto avanzata, assolutamente non adatta per i principianti. Si raccomanda di praticarla sotto la guida di un maestro spirituale e mai da soli. Se ne parlo in questa sede è perché è molto vicina al metodo della visualizzazione ed è importante per poter comprendere certi aspetti della meditazione e del misticismo ebraico.

Quando si è assimilata la tecnica della visualizzazione, allora si può tentare di visualizzare il nulla assoluto. Ma poiché nel mondo reale niente somiglia al nulla, è necessario riuscire a crearne una percezione nella mente. È una tecnica utile per avvicinarsi a Dio e per la realizzazione del sé.

Come tutte le tecniche di meditazione più avanzate, può essere estremamente pericolosa. La ragione per cui non può essere mai praticata da soli è che c'è il rischio di essere inghiottiti dal nulla e di non essere capaci di riemergere. È pertanto necessario avere sempre un compagno o un maestro spirituale che possa richiamarci alla realtà oggettiva.

Prima di parlare di questa forma di meditazione, dobbiamo avere un'idea di cosa è il nulla. La prima immagine che viene alla mente quando si pensa al nulla, spesso è quella di uno spazio vuoto e nero. Forse quello che si riesce a immaginare di più vicino al nulla è lo spazio interplanetario. Per una persona esperta nelle tecniche di visualizzazione è relativamente facile visualizzare uno spazio vuoto o il nero assoluto. Ma si tratta di una prima tappa verso la visualizzazione del nulla perché questa rappresentazione non è il nulla. Lo spazio è lo spazio, il nero è il nero, né l'uno né l'altro sono il nulla.

La tappa seguente consiste nel tentare di rappresentare nella propria mente uno spazio vuoto, trasparente, senza alcun colore di fondo. Ci si può immaginare nell'atto di guardare un cristallo puro, incolore e translucido, la cui trasparenza si estenda all'infinito.

Secondo alcuni commentari, questo è il significato che dobbiamo dare al «pavimento di zaffiro» che gli Israeliti videro sotto i piedi di Dio (Esodo 24:10). Questi commentari traducono l'espressione ebraica livenath ha-sappir con «trasparenza del cristallo» piuttosto che «pavimentazione di zaffiro» vedendovi un rapporto con questa forma di meditazione in cui si immagina la trasparenza incolore, pura. Si comincia con l'immaginare la trasparenza del cristallo, poi quella di uno spazio vuoto, puro, totalmente incolore.

Un modo per riuscirvi è quello di immaginare l'aria che si trova davanti a voi. Naturalmente quest'aria è trasparente e non potete vederla. Di fatto vedete l'altra estremità della stanza. Utilizzando la tecnica del «taglio» descritta nel capitolo precedente, dovrete riuscire ad eliminare l'immagine del muro della stanza e arrivare ad avere solo quella dell'aria trasparente che vi circonda. Sarà trasparenza pura, senza forma né colore.

Alcuni anni fa, ho scoperto che questa tecnica era molto utile per sperimentare la presenza di Dio. Uno dei grandi insegnamenti dell'ebraismo è che Dio è onnipresente e occupa la totalità della creazione. La più chiara affermazione di questo concetto la troviamo nel versetto: «Tutta la terra è piena della sua gloria» (Isaia 6:3).



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